Background
La pandemia ha rapidamente accelerato quel processo, in atto da tempo, di ibridazione della dimensione fisica con il mondo digitale.
Il periodo che ci lasciamo alle spalle ha trasformato il modo tradizionale di lavorare, comunicare, apprendere, acquistare: il tempo assume un rinnovato valore nel vissuto quotidiano delle persone, dal punto di vista delle relazioni personali e professionali e delle interazioni con brand, prodotti e servizi.
Le tecnologie del presente come l’Internet delle cose (I.o.T.), il 5G o la realtà aumentata, tendono, tutte, a nuovi modelli di connessione le cui ambizioni sono: ottimizzare il tempo e gestirlo come risorsa, evitare gli sprechi e gli spostamenti fisici superflui, limitare l’impatto ambientale, creare esperienze ‘’su misura’’ che mettono al centro il fruitore e lo coinvolgono a livello sensoriale, senza richiederne la presenza o l’interazione fisica.
In questo nuovo scenario relazionale e sociale, i concetti di spazio e tempo vivono una sorta di trasformazione: lavorare in un luogo senza fisicamente essere presenti; monitorare e analizzare grandi flussi di dati tempo reale; interagire, giocare e svolgere attività, dal vivo, con altri utenti sparsi nel mondo; cercare e acquistare un oggetto istantaneamente da qualsiasi posizione geografica ecc…
La smaterializzazione dei prodotti e dei servizi affianca le aziende, sicuramente le più lungimiranti, in un delicato, spesso radicale, processo di rinnovamento e trasformazione digitale.
La tecnologia, che si è evoluta per soddisfare bisogni e aspettative delle persone, propende sempre più ad un’esperienza digitale immersiva, simbiotica con il brand e i prodotti.
Ci chiediamo spesso quando torneremo a una vita normale. Ma non ci siamo chiesti a sufficienza cosa può essere considerato “normale” dopo un periodo come quello che stiamo vivendo, che di normale ha ben poco.
Oggi, una buona parte degli impiegati utilizza lo smart working che permette di lavorare da casa senza raggiungere il posto di lavoro. Ciò contribuisce al 50% dei viaggi in meno diminuendo traffico urbano, ferroviario e aereo. La mia previsione è che la metà dei viaggi di lavoro sparirà, così come passeremo oltre il 30% dei giorni in meno in ufficio.
Bill Gates
Trasformazione delle logiche di esposizione e vendita.
Gli strumenti di comunicazione e vendita tradizionali veicolano, fisicamente o telematicamente, le informazioni su prodotti e brand in canali e sistemi più o meno complessi, che ne amplificano la diffusione dei contenuti.
Rappresentano le fondamenta dell’immagine di un’azienda, del suo posizionamento sul mercato di riferimento, perché mostrano i prodotti realizzati e cercano di coglierne i valori, l’essenza, la storia.
Tuttavia, nel contesto descritto, tali strumenti possono risultare limitanti dal punto di vista dell’esperienza utente e poco impattanti nel coinvolgimento ideale della sua sfera sensoriale.
Prendiamo, ad esempio, un’azienda che produce arredi e vuole presentare le proprie collezioni ai propri partners commerciali (e ai clienti) localizzati sia in Italia che all’estero: il catalogo prodotti mostra i prodotti ambientati in contesti ideali, ma statici; le schede tecniche restituiscono le informazioni dimensionali, non una visione d’insieme del volume in rapporto all’ambiente circostante; la maggior parte delle varianti prodotto viene mostrata attraverso diciture, immagini secondarie o palette colori-materiali, non dal vivo secondo una configurazione del cliente; la presentazione dei prodotti ai partners commerciali, alla rete vendita ed ai clienti avviene attraverso l’utilizzo di immagini statiche e video, non attraverso una visione tridimensionale degli stessi in un contesto immersivo ed interattivo.
Dunque, gli strumenti tradizionali (quali: cataloghi, sito web, immagini commerciali fotografiche o fotorealistiche, schede tecniche, listini ecc…), così come le attività pubblicitarie correlate, possono lasciare un vuoto dal punto di vista dell’esperienza-sensoriale e, probabilmente, della curiosità in grado di captare rispetto ad un mercato di riferimento (come quello estero) sempre più assetato di informazioni.
Questo accade perché i contenuti multimediali tradizionali (foto, video), seppure coinvolgenti e ricchi di informazioni pertinenti, sono chiaramente unilaterali e vengono ‘’somministrati’’ agli utenti senza la possibilità di approfondire, sperimentare, scoprire i prodotti da un punto di vista personale, fisico, sensibile.
In effetti, dal 1851, data dell’Esposizione Universale al Crystal Palace di Londra, ‘’il mercato’’ prova a colmare quel vuoto fisico ed emotivo fra l’oggetto industriale prodotto in serie ed il pubblico, più o meno vasto, al quale esso si rivolge. Eppure le fiere e gli eventi, le sale mostra, gli show-room e – in generale – gli spazi espositivi fisici, pur avendo l’insostituibile capacità materializzare una serie di contenuti sensoriali legati al brand, restano vincolati ad evidenti (e ovvi) limiti fisici e geografici (dimensioni dello spazio a disposizione, date e orari utili per le visite, ubicazione geografica, possibilità di raggiungere fisicamente lo spazio da qualsiasi parte del mondo, spese di allestimento, gestione e aggiornamento, produzione campionatura merce da esposizione, spese di gestione dello spazio e del personale in loco ecc…).
Come rendere possibili, allora, nuove modalità di interazione fra clienti, prodotti e brand?
Come permettere ai partners commerciali esteri di pianificare visite immersive in spazi espositivi dedicati senza la necessità di movimentare mezzi, persone e risorse?
Come coinvolgere il pubblico in un contesto ideale che lascia parlare il brand e i prodotti ma concede al visitatore, da remoto, la libertà di muoversi liberamente ed interagire con tutto ciò che osserva?
Evoluzione del virtual tour: nasce EvoRoom®
In studio, durante il periodo di pandemia, abbiamo intercettato un trend in forte crescita: il virtual tour fotografico. Ne abbiamo acquisito le tecniche e gli strumenti, investendo in formazione e software: questo ci ha permesso di poter sperimentare, in realtà virtuale, la ricostruzione 1:1 di uno spazio fisico esistente. Questa tipologia di virtual tour viene, oggi, largamente utilizzata per la ricostruzione di siti di interesse storico, musei, gallerie d’arte ecc…
Successivamente, da pionieri del rendering fotorealistico, abbiamo acquisito una nuova tecnica di elaborazione di immagini sferoidali, che ci permette di ricreare un ambiente virtuale ed immersivo a partire da un modello CAD: oggi possiamo progettare e realizzare uno spazio espositivo su misura, a partire da un foglio bianco, renderlo fotorealistico, interattivo e raggiungibile da qualsiasi dispositivo fisso o mobile, inclusi occhiali e visori VR.
Ogni oggetto che si desidera esporre al suo interno, può essere collegato ad una serie di funzioni (interazioni), utili a raccontarne ogni aspetto. Lo spazio espositivo virtuale può essere ampliato, modificato e sviluppato per adattarsi, ad esempio, agli aggiornamenti di prodotti e collezioni in esposizione.
EvoRoom® è un modo nuovo, per le aziende, di comunicare con il pubblico.
Unisce all’esplorazione dello spazio espositivo, tipica degli show-room reali, un livello superiore di interazione: infatti, permette al visitatore di consultare informazioni, immagini, video e documenti riguardanti i prodotti esposti.
Uno spazio espositivo completamente personalizzabile in cui è possibile, ad esempio, organizzare eventi e fiere, presentare le nuove collezioni ed organizzare visite guidate multiutente, restando in continuo contatto in video-call.
Al suo interno, è possibile esporre tutti quei prodotti che le aziende, per motivi diversi (ingombro, valore, costi di produzione e limiti di qualsiasi altro genere), hanno difficoltà di indirizzare in modo coinvolgente (per esempio, l’industria delle grandi macchine industriali o ai produttori di particolari elementi d’arredo).
Ed è possibile collegare i prodotti al sito web oppure all’ e-commerce, direttamente; creare un’esperienza d’ acquisto interna allo spazio stesso oppure esterna (indirizzando, ad esempio, verso landing pages dedicate per generare leads e conversioni); passeggiare liberamente, osservare i prodotti da ogni angolazione, documentarsi, consultare il materiale tecnico, scoprire, ricordare, ascoltare, sorprendersi, immaginare. E acquistare.
EvoRoom® è un ambiente virtuale che può integrarsi anche a spazi espositivi fisici, attraverso l’installazione di totem interattivi e postazioni munite di monitor o visori VR: in questo modo si aumentano le possibilità espositive all’interno dello spazio stesso (ad esempio negozi o rivenditori), esponendo i prodotti di uno o più brand in aree virtuali dedicate.
Pionieri...si diventa.
EvoRoom® è frutto di una sinergia fra le più avanzate tecnologie digitali e permette alle aziende di coinvolgere, con profondità ed efficacia, un pubblico vasto e delocalizzato.
E’ una svolta, anche in materia di eco-sostenibilità e riduzione dell’impatto ambientale, oltre che una soluzione economicamente vantaggiosa, in grado di eliminare completamente i costi ordinari richiesti da un normale spazio espositivo.
Le prime aziende ed i primi professionisti che utilizzano uno spazio espositivo virtuale si possono trovare in una posizione di vantaggio nel proprio mercato di rifermento, rispetto ai propri competitors. Nella maggior parte dei casi, tali aziende sono già in possesso di un background digitale di informazioni, materiale multimediale, modelli CAD dei propri prodotti che rappresentano il corrispettivo del materiale fisico da esposizione (prodotto in esposizione, banner pubblicitari, cavalieri informativi ecc…). In altri casi in cui le aziende scelgono questa particolare tipologia di investimento, invece, la necessità di catalogare a livello digitale le informazioni più pertinenti riguardo i prodotti e i servizi offerti, potrebbe rappresentare un’eccezionale occasione per dare vita anche ad una serie di attività correlate: materiale per un sito web smart, cartella per ufficio stampa, condivisione in cloud con i propri partners commerciali, realizzazione di immagini commerciali per il catalogo prodotti da scattare all’interno dello stesso spazio virtuale ecc…
In questo momento, uno strumento così raffinato può rivelarsi decisivo per il business e migliorare le attuali dinamiche espositive aziendali, in cui il contatto umano e la movimentazione di persone e merci risulta compromessa. E, ancor di più, guardando al futuro, questa potrebbe rivelarsi una scelta d’avanguardia, che permette al brand di coinvolgere come mai prima d’ora, da remoto, il maggior numero di persone con il minor investimento possibile in termini di finanze, capitale umano, risorse ambientali e tempi di realizzazione.