L' importanza della strategia di brand per le PMI italiane
E’ facile osservare come la logiche che muovono il commercio e la stessa selezione naturale delle aziende siano state oggetto, nell’ultimo decennio, di un netto mutamento.
Esso riguarda il modo in cui i brand interagiscono con il mercato.
La recessione economica del 2008 – 2009 ha duramente colpito il sistema economico italiano provocando una pioggia di chiusure tra piccole imprese, industrie ed attività commerciali.
Nel 2008 sono state circa 152500 le imprese costrette a chiudere e solo 130629 le nuove nate. Il saldo tra imprese cessate ed avviate è’ pari a -21814. Tra le imprese più colpite soprattutto quelle situate nel sud del Paese (dati Istat).
La crisi ha compromesso il sistema produttivo italiano. Immediata conseguenza della crisi delle imprese è stata una drastica limitazione da parte delle banche della concessione di prestiti e finanziamenti. Gli istituti finanziari, in tensione per la forte instabilità dei mercati finanziari internazionali, non volevano esporsi anche al rischio di concedere prestiti ad imprese che non sembravano fornire garanzie sufficienti per la restituzione del denaro. E le PMI, per la loro dimensione ridotta e la bassa disponibilità di liquidità ed infrastrutture vedevano respinte le loro richieste perché ritenute sprovviste delle sufficienti garanzie. Questa situazione ha costretto le PMI a ripensare il loro modo di fare business per provare a sopravvivere e crescere in un contesto ambientale totalmente nuovo.
Oggi, tra le sfide più importanti che le imprese italiane devono sostenere per riprendersi dalla crisi e ricominciare a crescere vi sono:
– l’internazionalizzazione
– la digitalizzazione
– la modernizzazione della finanza d’impresa
L’espressione “Industria 4.0” rappresenta gli effetti della quarta rivoluzione industriale: la disponibilità di software, componenti e connessioni wireless sempre più efficienti ed economici ha permesso una rapida e costante circolazione di dati ed informazioni; l’implementazione di tecnologie computazionali e di analisi dei dati; la creazione e l’utilizzo di nuovi materiali; la progettazione di componenti e sistemi interamente digitalizzati e connessi online.
Tali effetti abbracciano, da un lato, il cambiamento ed il miglioramento dei processi produttivi, dall’altro la gestione e la circolazione delle informazioni.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, seguendo le direttive del rapporto Berger ha elaborato il “Piano Nazionale Industria 4.0 2017 – 2020”. Direttrici strategiche del piano di intervento sono gli investimenti innovativi e l’accrescimento delle competenze. Riguardo agli investimenti innovativi si punta ad incentivare gli investimenti privati su nuove tecnologie e beni; rafforzare la finanza a supporto delle start up innovative; favorire la spesa privata in ricerca, sviluppo ed innovazione. Per quanto riguarda le competenze, invece, si punta a diffondere la cultura “Industria 4.0” attraverso la scuola digitale e l’alternanza scuola lavoro; a sviluppare le nuove competenze con percorsi universitari ed istituti tecnici dedicati; creando “competence center” ed “innovation hub”.
‘’La possibilità di disporre di un patrimonio genetico e di un valore produttivo unici come quelli racchiusi nel Made in Italy permette sicuramente di conferire ai prodotti delle nostre imprese elevata competitività e forte differenziazione rispetto ai concorrenti, rendendo tale percorso molto più accessibile’’.
(F. Mainoldi, I processi di internazionalizzazione e il valore del made in Italy: un binomio per rilanciare la PMI italiane?, Università di Padova, 2015)
Per riuscirci è certamente importante che lo Stato detti le linee guida al fine di indirizzare le imprese.
Ma è altrettanto determinante che le imprese stesse si aprano a forme di organizzazione più dinamiche.
E’ fondamentale che le imprese facciano tesoro delle novità tecnologiche ed inizino ad implementare strategie di brand lungimiranti. È attraverso queste azioni che si può affrontare la concorrenza globale restando competitivi.
Le sfide poste dalla globalizzazione riguardano ogni sfaccettatura degli aspetti organizzativi: di conseguenza, è fondamentale che la strategia di brand sia integrata e riguardi, cioè, ogni aspetto delle relazioni in cui l’impresa si vede coinvolta:
- Come interagisce con la propria rete commerciale, quali strumenti e metodologie adotta per renderla costantemente efficiente, formata, compatta.
- Qual è il suo target e come si rivolge ai propri clienti e come manifesta i valori alla base della mission
- Come interagisce con il mercato online
- Come sincronizza ogni singola attività riguardante l’immagine del brand ottenendo benefici dai vantaggi fiscali e dagli incentivi all’ innovazione tecnologica-gestionale.
La quarta rivoluzione industriale è in atto: come scrive l’economista John Maynard Keynes ”La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie”.
C.